
BELLE SI MA NATURALMENTE
L'antico segreto della fonte della giovinezza
10.01.2015 14:09Qualcuno di voi ne avrà certamente sentito parlare che i Riti dei 5 Tibetani possono dare giovinezza, salute e vitalità. Si tratta, di semplici esercizi che traggono origine in particolare dallo yoga indiano classico Darshana e da quello Tibetano. Lo scopo di questi esercizi è quello di aumentare positivamente il benessere psicofisico dell’individuo. I monaci li praticavano, infatti, per rafforzare l’energia del corpo. I benefici dei 5 tibetani sono molti, soprattutto quello per contrastare l’invecchiamento. Non a caso questi esercizi sono stati indicati come vere e proprie fonti della giovinezza. Secondo la teoria che sta alla base dei 5 Tibetani, l’invecchiamento sarebbe dovuto al blocco dell’energia, in corrispondenza dei punti del corpo che si trovano vicino alle 7 ghiandole endocrine.Il corpo ha sette centri energici che potremmo chiamare vortici. Gli Indù li chiamano Chakra. Sono campi elettrici potenti, invisibili ma reali. Ciascuno dei sette vortici ha il proprio centro in una delle 7 ghiandole e queste regolano singolarmente tutte le funzioni del corpo, compreso il processo d'invecchiamento. Eseguendo questi esercizi andremo a stimolare questi punti ottenendo benessere e vitalità. La respirazione è essenziale durante la pratica degl’esercizi ma anche attenersi scrupolosamente alla loro esecuzione utilizzando, solo le alternative consigliate.
Dove sono posizionati i 7 vortici?
Secondo il libro di Peter Kelder " I cinque Tibetani ", il primo vortice si trova alla base della colonna vertebrale. il secondo, si trova nella zona addominale al di sotto dell'ombelico. Il terzo si trova al di sopra dell'ombelico e al di sotto del torace. Il quarto è al centro del torace. Il quinto si trova a livello della gola. Il sesto ha sede al centro della fronte, tra le sopracciglia. Il settimo e ultimo, quello più alto che si trova sulla sommità del cranio. In un corpo sano ciascuno di questi vortici ruota a grande velocità, permettendo all'energia vitale detta anche prana di scorrere verso l'alto attraverso il sistema endocrino. Ma se uno o più di questi vortici rallenta, il flusso dell'energia ne risulta interrotto, inizia l'invecchiamento o un cativo stato di salute.
Le controindicazioni
Qualsiasi esercizio fisico va fatto con attenzione ed eseguito molto lentamente. Per i primi mesi gli esercizi andranno eseguiti una o due volte alla settimana. Nonostante non siano esercizi particolarmente impegnativi dal punto di vista fisico, è sempre buona cosa consultare il proprio medico di fiducia per capire se ci siano disturbi fisici con l’esecuzione dei riti. Sconsigliati a chi soffre di ipertiroidismo, ernia iatale, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, della sindrome di Ménière, di vertigini, donne in stato di gravidanza, disturbi di artrite alla spina dorsale, ipertensione e cardiopatici. Evitate di farli durante il ciclo. Eseguire i riti potrebbe apportare molti cambiamenti fisici. Essi potrebbero avere un considerevole potere disintossicante e, questa è una delle ragioni per cui bisogna avvicinarsi gradualmente al pieno ritmo. Tutti i sintomi che potreste incontrare durante il percorso, sono normali e temporanei. Essi sono manifestazioni fisiche dei veleni e degli inquinanti che sono stati immagazzinati dal nostro organismo. Se persistono per più di una settimana, consigliatevi con il vostro medico. Le stesse precauzioni vanno prese se si hanno delle alterazioni dei dischi intervertebrali o se ci si è sottoposti ad un intervento chirurgico entro gli ultimi 6 mesi.
Primo rito
Il primo rito lavora sulla spiralità.
In piedi (A), braccia larghe, palme rivolte verso il basso, ruotare su se stessi in senso orario (B), in modo che il braccio sinistro ruoti verso destra (C).
Questo rito lavora su tutti i vortici
Fate però attenzione: questo tipo di esercizio rotatorio può provocare perdita dell’equilibrio e/o una leggera nausea. È quindi consigliabile, almeno per le prime volte, eseguire i movimenti lentamente, con non più di 3-4 rotazioni, per poi aumentare a seconda del proprio sentire.
Secondo rito
Distesi a terra, supini, braccia lungo i fianchi (A), sollevare contemporaneamente le gambe a 90 gradi rispetto al busto (piedi flessi a martello) e la testa verso il petto (B). Spalle, schiena e bacino rimangono a contatto con il suolo. Inspirare durante la flessione ed espirare nella FASE di distensione.
QUESTO rito lavora sui vortici 1, 2, 3 e 5.
Versione alternativa. Nel caso risulti difficile alzare e abbassare le gambe distese, il rito può essere EFFETTUATO partendo dalla POSIZIONE iniziale con le ginocchia piegate (C): in questo modo la colonna vertebrale viene meno sollecitata (D)
Terzo rito
In ginocchio, mani posizionate sui glutei, piedi in appoggio sulle dita flesse e in contatto con il suolo, testa appoggiata sullo sterno (A). Inarcare all'INDIETRO testa, spalle e il tratto toracico della schiena (B). Inspirare quando si inarca ed espirare mentre si ritorna alla posizione di partenza. Durante il rito mantenere rilassate le mascelle.
Questo rito lavora sui vortici 3, 4, 5 e 6.
Quarto rito
Seduti, gambe distese e piedi larghi quanto le anche; tronco eretto, mento che tocca lo sterno e palme appoggiate a terra con le dita in avanti (A), piegare le ginocchia, sollevare il bacino e rovesciare indietro la testa, inspirando si sale (B) ed espirando si torna alla POSIZIONE di partenza.
Versione alternativa. Distesi, braccia lungo i fianchi e palme a terra, ginocchia ripiegate con i talloni vicini ai glutei (C), sollevare il bacino, inspirando (B). Si ritorna alla POSIZIONE di partenza espirando.
QUESTO rito lavora sui vortici 3, 4 e 5.
Quinto rito
Proni, bacino e arti sfiorano terra, testa eretta, palme delle mani appoggiate a terra larghe quanto le spalle e piedi appoggiati sulle dita flesse larghe quanto le anche (A), sollevare il bacino, espirando (B). Inspirare tornando alla posizione di partenza
Versione alternativa. Si cambia il punto di appoggio, che dai piedi passa ALLE ginocchia.
QUESTO rito coinvolge tutti i vortici
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